Darién Gap

     Quando inizi a pensare alla "Panamericana", conosciuta anche come: Panamerican Highway o Autopista Panamericana o Via Panam o Carretera Panamericana non mancherà molto che in fase di pianificazione bisognerà affrontare il punto chiave che è il "Darien".

Mappa Via Panam - Wikipedia & foto dell'Autore

     La Panamericana per molti viaggiatori Overlander, oggi, è vista come "il sogno Americano" o, semplicemente, come il riuscire ad attraversare l'intero continente da Nord a Sud (o da Sud a Nord) percorrendo le strade dei singoli paesi che ne sono toccati o, personalizzandola, semplicemente mettere in comunicazione l'intero continente percorrendo una sola strada esplorando gli angoli che più vi attraggono.

     Ma cos'è di fatto la Panamerica che da qui in avanti abbrevieremo e chiameremo "Panam"?

     La Panam è l'unione di più strade che permettono il collegamento della rotta commerciale dell'intero continente Americano. La rotta storica, partendo dall'Alaska, attraversa i principali nodi passando per Città del Messico, Guatemala, Colombia, Perù fino a giungere a Santiago del Cile e, attraversando le Ande, terminare la sua corsa a Buenos Aires in Argentina.

Ruta 5, Chile - Foto dell'Autore

     Con il tempo, poi, si sono aggiunte "n" varianti e tratti che per i più avventurosi e temerari significa traguardare ad Ushuaia (Terra del Fuoco) percorrendo strade in ogni direzione e di ogni tipo.
Questo ha significato e significa che ogni viaggiatore personalizza la propria Panam mantenendo però il filo conduttore di connessione dell'intero continente.

     Nonostante l'impegno di ogni paese, la Panam presenta una interruzione, un "bug" da meno di 200 km a cavallo tra gli stati di Panamá e Colombia. Infatti, arrivando da Sud l'autopista termina a Turbo, mentre arrivando da Nord trova la sua fine a Yaviza.

     Perché questo? La risposta è legata al Darién, "difficile" territorio naturale colmo di foreste, rilievi montuosi e bacini d'acqua che rendono "quasi" impossibile l'attraversamento di questo "gap".

Darién Gap - Immagine dal WEB

     Il Darién è un "ostacolo" che da sempre ha visto scenari di traversate clandestine, criminalità organizzata e speculazione legalizzata.

     Per i molti viaggiatori e lavoratori via terra, questo scoglio, sia che si arrivi da Sud, sia che si arrivi da Nord, significa dispendio di energie, denaro e tempo perché solamente via mare (o aereo) si può raggiungere la destinazione con il proprio mezzo e/o merci.

     Fino al 2014, la compagnia "Ferry Xpress" ha offerto un servizio di traversata non indifferente per eludere velocemente il "Darién Gap". Si trattava di un normalissimo traghetto con cabine, posti a sedere, servizi bar e ristorazione al fine di poter proseguire il proprio viaggio con veicolo al seguito senza troppe attese e dispendio di denaro.

Ferry Xpress - Immagine dal WEB

     I servizi "traghetto" per collegare velocemente due località esistono, sono efficienti e sicuri perché non con leggerezza vengono gestiti, anzi! Un esempio di traghetti in vigore oggi? Stoccolma-Turku, Genova-Tangeri, Palermo-Tunisi, Hirtshals-Seyðisfjörður, La Paz-Mazatlán e così via perché l'elenco è lunghissimo. Da quell'anno, dopo "n" traversate da Colon a Cartagena (a/r), Ferry Xpress cessa il suo servizio.

     Perché tutto questo? Perché non si costruisce una strada finalizzando la Panam con il tassello mancante? Le risposte possono essere tante. Sappiamo bene che esiste il famoso e utilissimo "Canale di Panamá" e sappiamo altrettanto bene quanto sia avido l'uomo.

     Soffermandoci sulle tante risposte, solamente un paio possono essere quelle verosimili, la prima legale e la seconda illegale.
La prima, quella "legale", vede tutto il transito di veicoli e merci con movimentazioni via mare tramite container, Ro-Ro e flat rack, quindi compagnie di tramite, compagnie navali e portuali; pertanto un ingente giro di affari non poco speculativo perché questi hanno dei costi.
La seconda, quella "illegale", vede nel Darién la possibilità di contrabbandare e gestire i propri traffici di merci (e non soltanto) indisturbati. Vie segnate per il traffico clandestino con uomini, donne e bambini che cercano di raggiungere la "Terra Promessa" per un futuro migliore; spesso, però, per alcuni finisce in tragedia.

Colon, Panama - Foto dell'Autore

     Per rispondere alla domanda: "Perché non si costruisce una strada...", anche qui di risposte se ne sono lette e sentite, personalmente ritengo che con i mezzi di oggi, i materiali di oggi, la conoscenza architettonica ed ingegneristica di oggi... "credo" che non sia difficile realizzare un'opera da meno di 200 km. Quindi la vera domanda è: "Quanto denaro verrebbe meno alle tasche di Governi, compagnie ed organizzazioni che sono dietro alla realtà odierna?".

     La nostra Storia... è un po' quella dei tanti viaggiatori che arrivano e si susseguono all'invalicabile Gap, ma cercherò di raccontarla elencando le diverse fasi necessarie per finalizzare la spedizione del veicolo, nonché le nostre impressioni e suggerimenti.
  1. Ricerca di mercato. Una volta avute le idee chiare sulla data per noi migliore. Qualche settimana prima, infatti, contattiamo una realtà locale dalla quale riceviamo il preventivo e ne discutiamo i dettagli.
  2. Police Inspection. Arrivare a Panamá per il controllo e visto della polizia, quindi l'OK ad inviare il veicolo. Il tutto accadeva il 23 Agosto 2024, procedura che andava eseguita da 5 a 3 giorni prima al massimo della chiusura del veicolo all'interno del container.
  3. Container. Ricevuto l'OK dalla polizia, è arrivato il momento della chiusura di Sir Def 110 nel container. In questo caso condividevamo il container con un'altra coppia di viaggiatori. Questo accadeva il 28 Agosto. La nave sarebbe partita il 3 Settembre, quindi 7 giorni dopo.
  4. Colombia. Prenotare un Airbnb a Cartagena ed un volo aereo per raggiungerla perché lì avremmo atteso l'arrivo della nave, quindi del container con i veicoli.
  5. Sdoganamento. Inoltrare tutti i documenti alla società che avrebbe gestito lo sdoganamento una volta messo piede in Colombia. Tra questi anche una autenticazione presso un ufficio notarile.
  6. Apertura. Arrivata la nave il 6 Settembre bisogna aprire il container, tirar fuori i veicoli, controllare che tutto fosse in ordine e poi parcheggiarli in un'area dedicata in attesa dei documenti finali (RC Auto o "SOAT" come viene chiamato in Colombia) che consentissero il ritiro.
  7. Si riparte. Giunge l'ultima fase, quella di ritirare il veicolo il giorno 11 Settembre 2024.
     Per quanto concerne le "impressioni" ed i "suggerimenti", beh... sicuramente, nell'attesa, si può impiegare il tempo visitando le città, pianificando e rivedendo le tappe successive una volta ritornati in possesso del proprio veicolo, riposare. L'attesa, comunque, sarà un po' snervante perché vi mancherà la vostra "casa rodante" e non vedrete l'ora di rimettervi a macinare km su km continuando a vivere "on the road"; sapete perché? Perché 15 giorni senza il vostro mezzo sembrano pochi, ma in relazione alla brevissima distanza tra Colón e Cartagena di fatto sono tantissimi!

     Un suggerimento riguarda il punto 2. Quando sarete in frontiera, qualsiasi frontiera, controllate sempre bene il numero di targa e di telaio sul TIP perché se dovesse risultare errato, non è una tragedia, ma servirà far su e giù per uffici e rettificare il tutto.
A noi, come altri viaggiatori, è accaduto con Panama e, se sarete lungimiranti, potrete prevedere gli imprevisti... quindi arriverete non l'ultimo giorno disponibile per la "Police Inspection", ma il primo giorno utile per gestire, appunto, eventuali criticità.

     Ad ogni modo, siamo arrivati al punto di dire che, oggi, se si vuol viaggiare lungo la "Panam" bisogna mandar giù il boccone amaro ed augurare a tutti...

     "Safe Travels"!

Sebastiano Angelica

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